IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA O CONFESSIONE
Ma fra tutti questi poteri che il sacerdote ha sul corpo mistico di Cristo, a vantaggio dei fedeli, uno ve n'è sul quale non possiamo contentarci del semplice accenno testé fatto: quella potestà, "che Iddio non ha data né agli Angeli né agli Arcangeli", come dice San Giovanni Crisostomo, la potestà cioè di rimettere i peccati: "A chi rimetterete i peccati saranno rimessi ed a chi li riterrete saranno ritenuti" [Gv 20,23].
(...) L'Uomo-Dio, che aveva ed ha " sulla terra il potere di rimettere i peccati " [Lc 5,24], l'ha voluto trasmettere ai suoi sacerdoti (...).
Quale conforto per l'uomo colpevole, trafitto dal rimorso e pentito, udire la parola del sacerdote, che in nome di Dio gli dice: "Io ti assolvo dai tuoi peccati"!
E l'udirla dalla bocca di uno, che a sua volta avrà bisogno egli pure di chiederla per sé ad un altro sacerdote, non solo non avvilisce il dono misericordioso, ma lo fa apparire più grande, facendoci meglio intravedere, attraverso la fragile creatura, la mano di Dio, per la cui virtù si opera il portento.
Ed è perciò che - per usare le parole di un illustre scrittore, il quale tratta anche di cose sacre con una competenza rara a trovarsi in un laico - "quando un sacerdote, fremendo in ispirito della sua indegnità e dell'altezza delle sue funzioni, ha stese sul nostro capo le sue mani consacrate; quando, umiliato di trovarsi il dispensatore del Sangue dell'alleanza, stupito ad ogni volta di proferire le parole che danno la vita, peccatore egli ha assolto un peccatore, noi alzandoci da' suoi piedi, sentiamo di non aver commessa una viltà... Siamo stati ai piedi di un uomo che rappresentava Gesù Cristo... vi siamo stati per acquistare la qualità di liberi e di figliuoli di Dio".