Si racconta di un religioso chiamato Angelico, dei Frati Minori di Parigi, che passò all’altra vita in età molto avanzata. La sua vita intera, e specialmente gli ultimi anni, erano stati di grande edificazione nel convento, tanto che un confratello credette inutile celebrargli le solite tre Messe di suffragio.
Ma ecco che mentre una sera questi era nel giardino passeggiando, si vede innanzi il defunto frate Angelico: era di aspetto estremamente mesto e sofferente: “Ma, come, Voi qui? E così triste?”.
E frate Angelico: “Sono in Purgatorio, dove aspetto le Vostre tre Messe per uscirne!”.
“Ma Voi ci avete dati tanti esempi santi, avete fatta tanta penitenza, io Vi credevo in Paradiso!”.
“Ohimè! Ohimè!" rispose fra Angelico. “Altro è l’occhio dell’uomo, altro l’occhio purissimo di Dio: il Signore vede le imperfezioni anche nelle azioni più sante. Se conoscessi come Dio è santo, e come siamo indegni di mirarlo da vicino in Cielo… mi avresti subito celebrate le Sante Messe!”.
(Beato Giacomo Alberione, "Per i nostri cari defunti")
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