sabato 4 novembre 2017

S. ROSARIO MEDITATO - MISTERI GAUDIOSI - 35

"Sacra Famiglia" di Giovanni Battista Salvi da Sassoferrato (1609-85)

"Alla Scuola di Nazareth"

Insegnamenti sulla vita nascosta di Gesù, Maria e Giuseppe

TEMA: "La Famiglia Nazarena, eccelso Modello di umiltà"
(SECONDO SCHEMA)


1. L’annuncio dell’Angelo a Maria Vergine e il “Sì” dei due santi Sposi.

“Nella Casetta  di Nazareth il Figlio di Dio si fa uomo ed ecco il primo abisso d’umiltà: l’unione della natura divina alla natura umana. Colui che è onorato dal Sole, dalla luna e da ogni cosa è celato nel grembo di una fanciulla.

La Vergine vince in santità ogni altra creatura, poiché tutte le creature Ella sorpassò in umiltà. La parola più cara al suo labbro fu quella di ancella: - Ecco l’ancella del Signore! Ella si abbassò più d’ogni altra creatura e il Creatore, più che in ogni altra, in Lei si compiacque; fu esaltata sopra i Cieli, poiché discese fino agli abissi.

San Giuseppe ritrae più d’ogni altro, dopo la Vergine, l’umiltà del Nazareno. Eppure Egli è tanto grande dinnanzi a Dio! La sua grandezza poggia sull’umiltà di Cristo, di cui è imitatore perfetto”. (Can. don Paolo Bonaccia, Direttore dei Missionari della Sacra Famiglia di Spoleto, 1838-94)


2. La visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta.

“O Vergine santa, quanto è eccelsa la tua umiltà nel presentarti al servizio altrui! Anche Tu, o Maria, a somiglianza del tuo Figlio, non sei andata per essere servita, ma per servire”. (San Bernardo)


3. La nascita di Gesù nella grotta di Betlemme.

“Una stalla orientale! Qual palazzo per l’unigenito dell’Eterno! Una luce celeste illumina la grotta: il Salvatore del mondo è dato alla terra; le braccia di Maria e di Giuseppe ricevono il Bambino-Dio. Quello è il primo altare su cui Egli si offre in sacrificio all’Eterno suo Padre. Maria e Giuseppe si prostrano dinanzi a Lui, e con l’umiltà più profonda gli offrono le loro adorazioni e quelle di tutte le creature, riconoscendolo loro Creatore e Dio nascosto sotto il velo dell’umanità”. (Beato Bartolo Longo)


4. La presentazione di Gesù Bambino al Tempio e l’offerta della Santa Famiglia per la salvezza del genere umano.

“Maria aveva generato per opera dello Spirito Santo, senza che il parto stesso avesse minimamente violato la sua verginità immacolata; Gesù, poi, come vero Dio, non aveva bisogno né di essergli consacrato, né di essere riscattato. Egli però e la sua Santissima Madre si sottoposero alle usanze legali per umiliarsi e per darci l’esempio di ogni virtù. Maria era andata al Tempio sotto le apparenze dell’umiliazione legale, ma in realtà Essa donava al Trono di Dio la vera Vittima per i peccati degli uomini”. (Servo di Dio don Dolindo Ruotolo)

“L’immagine di Gesù, segno di contraddizione, profetizzata da Simeone, e la spada di dolore preannunziata per Maria si affacciavano sempre alla mente di Giuseppe. La sua anima era trafitta. Quante volte nel segreto Egli diceva:  - Mio Signore, se il sacrificio del mio Cuore può giovare alla salvezza degli uomini, eccolo: stringilo nel torchio del patire!… Anima cristiana, non guardare a Giuseppe come al santo privilegiato, contempla piuttosto nel Patriarca Colui che più fedelmente condivise  i dolori di Cristo e di Maria!”. (Can. don Paolo Bonaccia)


5. Il ritrovamento di Gesù al Tempio e la vita nascosta della Santa Famiglia nella Casa di Nazareth.

“Chi nomina Nazaret, nomina il domicilio della santità. Gesù, nella casa di Nazaret, gettò i fondamenti di ogni più perfetta santità, lasciando esempi sublimissimi di virtù e specialmente di umiltà, che della santità è la pietra primaria”. (Beato Pietro Bonilli)

Gesù si è umiliato, benché ripieno di gloria, e noi perché insuperbire, noi, che per umiliarci avremmo bisogno solo di conoscerci, di conoscere il fondo di miseria che abbiamo dentro?”. (Beato Giuseppe Nascimbeni)

O dolcissima Vergine Maria, liberami l'anima ed il corpo da ogni male e donami tutte le virtù, specialmente l'umiltà!”. (San Francesco di Sales)

O glorioso Patriarca san Giuseppe, ottienici dal Signore umiltà e semplicità di cuore!”. (Pio XII)



Precisiamo che – secondo quanto insegna la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti nel “Direttorio su pietà popolare e liturgia. Principi e orientamenti (Anno 2002)” – durante l’Adorazione eucaristica è possibile recitare il S. Rosario.

Leggiamo, infatti, al  n° 165: "Per lo stretto vincolo che unisce Maria a Cristo, la recita del Rosario potrebbe aiutare a dare alla preghiera un profondo orientamento cristologico, meditando in esso i misteri dell’Incarnazione e della Redenzione”.

Ad ulteriore approfondimento, in questo blog: un brano della lettera che suor Lucia scrisse a Paolo VI in occasione del viaggio del Santo Padre a Fatima per il 50° anniversario delle apparizioni (13 maggio 1967).

Lettera importantissima, in cui la veggente domandò al Papa di favorire la recita del S. Rosario dinnanzi al SS. Sacramento, riparando, adorando, supplicando mediante la preghiera più potente dopo la S. Messa.

https://lasantissimaeucaristia.blogspot.it/2017/10/ladorazione-eucaristica-18.html

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